Cosa ci giochiamo in queste elezioni? Delle due l’una: accelerare il processo di unificazione, oppure ridimensionarlo e limitare trasferimenti di sovranità dallo Stato all’Europa.
Vogliamo che ci governi l’Europa? Ma stiamo andando proprio in questa direzione, verso una sorta di sovranismo europeo. E per farne cosa? L’Italia più lontana dagli italiani, assenza di comunità naturali come la famiglia, il paese e la città, la regione e lo Stato, le identità e le tradizioni. Sovranismo europeo come Leviatano, come controllo del popolo. Europeismo come ideologia, come indottrinamento di massa. Ciò che l’Europa sembra essere: cultura atea e anticristiana, cultura del denaro, cultura della finanziarizzazione dell’economia, cultura dei monopoli. E non cultura del lavoro e della creatività personale.
Il principio di laicità come luogo di incontro, di dialogo, di pace non ha prodotto comunità solidali, anzi ha portato a scontri e conflitti permanenti. Le proteste di agricoltori e allevatori non ci dicono nulla?
C’è invece bisogno di tornare alle radici, alla riscoperta e alla rinascita culturale dello Stato e dell’Europa. E c’è una parolina magica che tutto può: le radici cristiane dell’Europa come ultima medicina possibile. Il resto è conseguenza.
Ecco perché votare.

Pasquale Tucciariello

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